PROGETTO ULISSE

Un progetto della Fondazione Cosso

e Avant-dernière pensée

Ulisse e il limite

2019 / 2020

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Quando, circa un anno fa, abbiamo pensato al limite come tema del “Progetto Ulisse” per l’anno scolastico 2019/2020, abbiamo immaginato le molteplici letture che questo concetto avrebbe potuto offrire.

 

Limite deriva da līmĕs, insieme confine, differenza, frontiera, sentiero, traccia.

 

Con le classi, da settembre 2019 a febbraio 2020, ci siamo confrontati sui linguaggi artistici e espressivi, abbiamo iniziato a progettare le performance, ma soprattutto abbiamo riflettuto sulla contemporaneità e sul limite come elemento “ridefinente”, imprescindibile nella formulazione delle conoscenze, capace di regolare l’enunciazione dei giudizi, la loro strutturazione interna e la loro aderenza allo stato contingente delle cose.

 

L’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid-19 non ha reso possibile la messa in scena del progetto nelle modalità che conoscevamo: una performance collettiva all’interno delle sale del Castello di Miradolo.

Abbiamo riflettuto molto sulla possibilità di declinare Ulisse in un’altra forma, non solo con la speranza di poter contribuire a una riflessione profonda e condivisa sulla necessità di immaginare nuove modalità di fruizione della cultura, dello spettacolo dal vivo, dello svolgimento di progettualità didattiche, ma anche con l’obiettivo di non disperdere le riflessioni aperte con i ragazzi e con i docenti durante gli incontri svolti.

 

Inoltre, il tema del limite, ancora di più in questo difficile momento, è apparso come una sfida didattica e culturale, di fronte alla quale costruire un “senso” e, insieme, una prospettiva per il futuro.

 

Abbiamo ricostruito digitalmente gli spazi interni ed esterni del Castello di Miradolo, immaginando che questo luogo, seppur “virtuale”, potesse essere, come nelle precedenti edizioni del progetto, uno spazio vivo, da occupare, in cui ritrovarsi.

 

In momenti complessi e incerti, abbiamo continuato un confronto – incredibile e bellissimo, ripensandoci ora – con gli insegnanti e gli studenti, in incontri telematici e con scambi di mail e telefonate: con loro, non soltanto abbiamo creduto che un Ulisse differente fosse possibile, ma soprattutto non abbiamo sentito, per un solo minuto, la distanza.

 

E Ulisse è rimasto lo stesso e, insieme, è ripartito da capo, è diventato diverso.

 

Ogni classe ha avuto, come nelle edizioni in presenza, il proprio spazio: ha potuto scegliere, in coerenza con la propria visione del tema, i colori delle pareti, le forme e gli oggetti da collocare negli spazi; ha realizzato testi, montaggi video, brani musicali, in continuità con i primi incontri in presenza o stravolgendo, ripensando e elaborando idee nuove. Gli insegnanti sono stati accanto ai loro studenti, li hanno accompagnati, li hanno aiutati a riflettere.

 

Il risultato è un racconto sfaccettato, a tratti ironico e commovente, a volte arrabbiato e critico, esaltante, dipinto integralmente dai ragazzi, che ha permesso a tutti di cimentarsi con possibilità e mezzi completamente digitali.

 

Questi linguaggi cambiano, naturalmente, la modalità di progettazione degli elaborati creativi e la relazione con il pubblico. In questi anni Ulisse ha permesso di incontrarsi e confrontarsi, mettendosi in coda per assistere alle performance dal vivo che hanno conquistato le sale del Castello di Miradolo. Quest’anno servirà essere in ascolto in un modo diverso, al di là di uno schermo. Ma il luogo, seppur virtuale, rimane, grazie agli studenti e ai loro docenti, spazio di poiesi e di poesia. Permette, per quanto digitale, di immergersi nel vivace e fertilissimo pensiero dei ragazzi, sempre capace di porre luce nuova sugli accadimenti. A dimostrazione che tutti i linguaggi possono diventare rappresentazioni simboliche di mondi, speranze, paure e, quindi, forieri di messaggi e racconti.

 

Abbiamo tutti, in questi mesi, sentito il limite: ciò che ciascuno di noi potrà fare, spostandosi nel Castello grazie ai propri dispositivi, non sarà soltanto osservare le visioni – divertenti, profonde, curiose, inconsuete – del tema, ma soprattutto sentirsi parte di quelle visioni.

 

Costruire un piccolo ricordo al futuro.

 

La Fondazione Cosso desidera ringraziare tutti gli studenti coinvolti, gli insegnanti referenti
e i dirigenti scolastici che hanno permesso la realizzazione del progetto, soprattutto in questo anno così complicato e sfidante.